Ci piace venire a trovarvi e parlare con voi, perchè ci sentiamo meno pazzi”.

Questa è stata la conclusione della chiacchierata con Alice Cerutti dopo il cooking show di Anna Maria Pellegrino a Gourmandia. Alice e Simone sono due ragazzi incredibili, capaci di scelte coraggiose, che mettono al primo posto i valori in cui credono, anche a discapito del profitto personale.

Come convertire 25 ettari, prima dedicati alla coltivazione del riso (un quarto dell’azienda) alla realizzazione di un’oasi per la tutela della biodiversità

"Una pazzia, ce lo dicono tutti, o quasi”.

Ma per Alice le decisioni controcorrente non sono una novità: nel 2008, dopo la laurea in economia e una brillante carriera in una multinazionale, che l’aveva portata a trasferirsi negli Stati Uniti, lascia tutto e rientra in Italia per per evitare la vendita della cascina di famiglia: prende in mano l’azienda agricola, impara a guidare il trattore, a lavorare la terra, a coltivare il riso, a farsi prima rispettare e poi stimare dai suoi vicini, agricoltori di lungo corso, nonostante sia giovane, inesperta e donna.

Idee chiare e grinta da vendere, riesce a mettere assieme le sue capacità manageriali, l’amore per la terra dove è cresciuta, il rispetto per la natura, per dare vita assieme a Simone, prima suo compagno e oggi suo marito, a una realtà bellissima.

Ristruttura la cascina, ridefinisce le logiche di coltivazione, e inizia a raccontare il suo progetto. Nel 2015 viene eletta Vice Presidente del Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori.Alice Cerruti Cascina Oschiena
Il Tenimento di Oschiena è fra i più antichi del territorio, le strutture attuali risalgono alla fine del ‘500 anche se il primo documento che ne parla è un Consegnatum del 1202 quando era già in proprietà dell’Abbazia di Santo Stefano di Vercelli.

I caseggiati antichi, ristrutturati con cura, sono un archivio della memoria: gli alloggiamenti delle mondine, la scuola per i bambini, la stalla, l’osteria, la bottega e la chiesetta campestre. L’essiccatoio e i silos necessari per una risicoltura all’avanguardia sono stati armoniosamente inseriti all’interno dell’architettura storica come anche la stalla, che una volta ospitava i cavalli da tiro, è stata riconvertita per il rimessaggio di trattori e attrezzature agricole.

Nel 2012 sono stati installati i pannelli fotovoltaici che consentono una riduzione del consumo energetico da fonti non rinnovabili. Sin dall’inizio, l’obiettivo è stato quello di perseguire un’agricoltura sostenibile creando un sistema di coltivazione che potesse unire alla garanzia delle produzioni la tutela dell’ambiente. “Non ereditiamo il pianeta dai nostri padri, lo prendiamo in prestito dai nostri figli"

Cascina Oschiena

Molte le decisioni ispirate a questo antico proverbio Sioux, caro ad Alice: tecniche di produzione integrata per ridurre l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci, realizzazione di oltre 10 km di fossi in risaia per garantire aree adacquate tutto l’anno e favorire la biodiversità acquatica e terrestre, mantenimento delle risaie allagate, soprattutto nei periodi primaverili, per facilitare gli insediamenti e la nidificazione delle specie avicole migratorie.

Nel periodo invernale viene inoltre praticata la semina di colture da sovescio, cioè la semina di specie vegetali che permettono di arricchire naturalmente la fertilità del terreno.

L’utilizzo di attrezzature di minima lavorazione, che non prevedono il rivoltamento della terra, consentono inoltre di ridurre notevolmente il consumo di gasolio rispetto ad altre pratiche, come per esempio l’aratura.

La semina viene effettuata a fine aprile-inizio maggio, a seconda delle varietà, in risaia rigorosamente allagata, nel rispetto di una tecnica antica, contrapposta alle moderne tecniche di semina in asciutta: una scelta etico-ambientale-agronomica importante per salvaguardare le peculiarità ambientali dell’areale risicolo.

Il raccolto è eseguito con una mietitrebbiatrice tra settembre e ottobre.Il risone raccolto viene trasportato in Cascina dove viene pulito, essiccato lentamente a basse temperature fino a raggiungere il 12-13% di umidità, stoccato in silos prima della lavorazione esclusivamente meccanica (sbramatura) a pietra.

“Una sera - racconta Alice - ero in cucina con mia mamma, pioveva e avevamo la stufa accesa quando un uomo bussò alla porta”.Quell’uomo era Mauro Della Toffola, un noto ornitologo piemontese, maggiore esperto in Italia della Pittima Reale. Era venuto ad avvisarci, con un entusiasmo che al momento avevo difficoltà a condividere, che la Pittima Reale aveva nidificato in Cascina.

Al tempo non avevo idea nemmeno di cosa fosse la Pittima nè tanto meno del ruolo che avrebbe avuto nella mia vita. Ma il suo entusiasmo mi colpì e nei giorni successivi andai con Mauro a fare un giro nei campi della Cascina a vedere i nidi di questa specie”. Pittime Reali

Un po’ per curiosità Alice e Simone iniziano questa nuova avventura. Nel 2012 decidono di aderire ad Ecorice, un progetto europeo che si propone di tutelare specie e ambienti naturali della pianura risicola vercellese, pressati dalla pratica della monocultura.

“Per ricreare il paesaggio rurale antico, salvaguardando ambiente e biodiversità, abbiamo rinaturalizzato due fontanili (risorgive) mediante il rimboschimento delle sponde e piantumato oltre 2000 piante tra siepi ed alberi ad alto fusto sulle sponde di canali irrigui”.

Grazie alle peculiarità del territorio e all’impegno profuso Cascina Oschiena ottiene il riconoscimento dell’Unione Europea di Zona Protezione Speciale “Risaie Vercellesi” e nel 2018 diventa “Oasi Naturale”.Cascina Oschiena - risaie

Lo scorso anno nasce Mario, il bimbo di Alice e Simone, e con l’arrivo di Mario la responsabilità verso l’ambiente diventa ancora più radicale. Così Alice e Simone decidono di convertire 25 ettari prima dedicati alla coltivazione del riso (un quarto dell’azienda) alla realizzazione di un’oasi naturale per la tutela della biodiversità.

“Forse è davvero una pazzia, ma per noi si tratta di realizzare un sogno, un progetto a cui lavoriamo da oltre quattro anni assieme a naturalisti, biologi e ornitologi”.

Grazie all’approvazione del progetto europeo, che ha permesso di finanziare in parte la creazione dell’Oasi della Pittima Reale, Cascina Oschiena ospiterà la più grande area umida privata, per favorire il ripopolamento di questa specie, che in Italia è in forte diminuzione.

Ogni anno per aiutare la Pittima Reale (limosa limosa) a portare a termine la sua nidiata vengono lasciate incolte fino a giugno parte delle risaie, in modo che le Pittime, così come tante altre specie migratorie, trovino gli habitat ideali per rifocillarsi e nidificare. Viene inoltre anticipato il periodo di sommersione delle risaie, al fine di creare con largo anticipo le condizioni di biodiversità per questa specie. L’acqua in risaia non è solo irrigazione, ha anche la funzione di mantenere costante la temperatura per la pianticella nella prima fase agronomica; fino ad agosto quando l’acqua viene tolta prima della trebbiatura.
Biodiversità

“Quando la risaia è allagata, specialmente nel periodo primaverile, il paesaggio risicolo offre il suo aspetto più spettacolare : i riflessi del cielo, degli alberi e delle montagne creano effetti ottici come in uno specchio, le cascine sembrano isole in una stupenda laguna”.

Per favorire ulteriormente la nidificazione, oltre a lasciare completamente inerbiti tutti gli argini perimetrali degli appezzamenti, viene prevista annualmente una coltura da asciutta su appezzamenti limitrofi a quelli sommersi in modo tale da fornire naturale protezione alle coppie nidificanti.

La conservazione degli ecosistemi è un punto chiave. Ma oggi non basta più. Oggi bisogna restituire

Così è nata la decisione di iniziare a coltivare il farro, che per noi è il farro “della Pittima”.

Farro da quest’anno diventa semiperlato, con l’idea di mantenere parte della crusca e del germe per preservare le proprietà nutrizionali di questo creale, rendendolo “meno raffinato”. Grazie all’aiuto di Mauro, Franco e Gianfranco, esperti ornitologi piemontesi, ogni anno viene fatto un monitoraggio che permette di stimare le popolazioni annuali: in media dalle 15 alle 36 unità, anche se il trend pare in crescita. Con l’Arpa e l’Università di Vercelli monitoriamo il numero di farfalle, di libellule, di lucciole e vediamo che ad ogni piccola scelta di restituire qualcosa alla natura, la natura ci ripaga ripopolando la nostra Cascina con tantissime specie.

Ascoltando Alice e l’entusiasmo che la guida nelle sue scelte controcorrente mi convinco una volta di più che “le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia” (Erasmo Da Rotternam).

Martina Iseppon
Responsabile Marketing