Alpeggi

La visita a Malga Mariech, il progetto della Scuola Internazionale dei Formaggi di Montagna e la degustazione di formaggi di malga Ai Pian

Estate, tempo di alpeggi.

Mai come quest’anno la montagna è stata rivalutata come destinazione per le vacanze o per brevi gite fuori porta.

Un riavvicinamento alla natura che diventa sempre più necessario, non solo come momento di evasione, ma come stile di vita.

Anche se malvisto dai puristi della montagna, il turismo che ha invaso le malghe e i rifugi è una risorsa importante per chi in montagna ci vive e ci lavora.

Certo, anche il turismo deve essere sostenibile e rispettoso, ma la multifunzionalità, ossia la possibilità di affiancare alla produzione casearia anche l’accoglienza, è la chiave per la sopravvivenza degli alpeggi

I malgari sono i “custodi della montagna”: tengono in vita i pascoli, arginando l’espansione dei boschi, e favoriscono la reintroduzione di razze locali più adatte ai pascoli, garantendo la conservazione della biodiversità, e dei paesaggi.

Ma affinchè possa sopravvivere, questo mestiere deve essere economicamente remunerativo, e la sua sostenibilità economica passa anche dal turismo.Malga Mariech

Famiglia Curto

Ne abbiamo discusso più volte con Fabio Curto, che da anni “fa scuola” con Malga Mariech: un piccolo gioiello sul Monte Cesen, a 1504 metri di altitudine, nel comune di Valdobbiadene (TV).

Due casere in pietra: uno ospita lo spaccio dei prodotti della famiglia Curto, l’altra l’agriturismo, con il ristorante al piano terra e cinque camere al primo piano.

Appena pochi metri più in alto la stalla, il caseificio e una piccola cantina di stagionatura. La cura, la pulizia, l’attenzione ai dettagli che si respira in ogni ambiente - oltre al paesaggio, davvero meraviglioso - rendono la visita sempre un vero piacere.

“Quest’anno abbiamo dovuto ridurre i posti a sedere sia all’interno che all’esterno dell’agriturismo per il Covid, quindi durante il lock-down abbiamo potenziato il chiosco esterno dove prepariamo panini e altri piatti veloci e abbiamo iniziato a noleggiare coperte da pic-nic, per riuscire comunque a far fronte alle richieste”.

Fabio e Stefano sono la quarta generazione di una famiglia dedicata all’allevamento e alla produzione di formaggi

Assieme al papà, Italo Curto, casaro dal 1974, e alla mamma Patrizia gestiscono Ponte Vecchio, un’azienda agricola estremamente moderna a Vidor (TV), nella campagna trevigiana, dove la stalla è del tutto robotizzata sia per quanto riguarda la mungitura che la fornitura delle razioni di cibo alle bovine.Mucche al pascoloOgni estate però le vacche di proprietà (principalmente di razza Bruna) vengono trasferite al pascolo in Malga Mariech.

I formaggi prodotti qui sono identificati da un bollino verde “Fatto in Quota” per distinguere le produzioni invernali di valle da quelle estive di alpeggio

Dopo la laurea in Medicina Veterinaria e alcune esperienze lavorative, Fabio ha preso in mano l’azienda di famiglia ed è riuscito a “innovare la tradizione”, ottenendo anche un premio nel 2017 dal Consiglio europeo dei giovani agricoltori per aver saputo «coniugare ricambio generazionale e innovazione».Formaggi di Malga

Capacità imprenditoriale e competenze sono le fondamenta su cui costruire il successo economico di un’azienda, anche in malga

Conoscere il pascolo e gli animali, saper lavorare il latte ma anche avere un quadro della normativa, saper gestire una piccola azienda e raccontare il valore del territorio, sviluppare le opportunità legate all’accoglienza e alla capacità di fare rete.Scuola Internazionale dei formaggiSono queste le competenze che si propone di sviluppare la “Scuola Internazionale dei Formaggi di Montagna”: un progetto ambizioso, nato dalla creatività del Professor Danilo Gasparini, docente di storia dell’agricoltura presso l’Università di Padova, in collaborazione con il centro di alta formazione professionale Cast Alimenti di Brescia, il cui progetto didattico è stato presentato ai sindaci e alle autorità locali lunedì 3 agosto a Malga Molvine-Binot, tra Segusino e Valdobbiadene.

Un progetto che Valsana ha deciso di supportare, perchè in questi anni ci siamo resi conto che la professione del “malgaro” sta scomparendo: in tutto l’arco alpino, ma anche sugli Appennini, è sempre più difficile trovare persone disposte a fare i pastori o i casari, e così sono a rischio anche tante piccole produzioni del patrimonio gastronomico del nostro Paese.

E, sempre perchè gli alpeggi ce li abbiamo nel cuore, siamo felici di comunicarvi che, ad oggi, salvo nuove ordinanze, è confermato l’appuntamento di domenica 6 settembre presso le Casere Ai Pian, per una degustazione di formaggi di malga,
in occasione dell’evento “Malghe tra Miane e Borgo Valbelluna”.

Al link di seguito il programma completo dell’evento: valsana.link/malghe2020

Martina Iseppon
Responsabile Marketing