Roastbeef MeggiolaroUn roastbeef delicato, senza orpelli e genuino, a cui basta solo qualche accortezza negli abbinamenti per esprimere il meglio di sé

La scelta facile è l’illusione che rischia di farvi rimanere in superficie.

Nonostante Alessandro Meggiolaro sia un uomo colmo di tante idee, i suoi prodotti tendono alla semplicità intesa come ricerca dell’essenzialità.

Semplicità da non confondere con l’essere facile perché un’idea, per quanto buona, non sempre si riesce a portarla fino in fondo senza qualche compromesso.

In questo articolo parliamo del Roastbeef di Meggiolaro e l’idea alla base della sua produzione, che è composta così: sottofesa di bovino di buone dimensioni, pochissimo sale, no additivi, no conservanti, cottura arrosto, bassa temperatura e tempo (tanto).

Il Roastbeef è un prodotto pronto all’uso che ha bisogno soltanto di qualche piccola accortezza fondamentale per goderne al massimo. E magari anche di qualche suggerimento...

Sale

Alessandro diventa molto serio su questo argomento quindi fategli un favore e per carità salate solo al momento del servizio… avete presente Salt Bae?

Ecco fate come lui, dopo vedrete che il roastbeef diventa più buono e voi, un po’ più arroganti. Io, per dare un tocco diverso, vi stuzzico con l’idea di utilizzare un sale affumicato.

Asparagi

Asparagi sì, ma in versione molto fresca ed estiva: accostate qualche fetta di roastbeef a degli asparagi cotti e poi raffreddati, qualche fogliolina di menta e condite con del buon olio, sale e pepe.

Se volete, anche qualche nocciola spaccata sta benissimo.

Aceto Balsamico

Quella dell’Aceto Balsamico, specialmente il tradizionale di Modena, è una cultura super interessante, molte volte sottovalutata.

Non si conosce abbastanza e purtroppo risente molto della presenza di prodotto di bassa qualità sul mercato.

La profondità nella selezione e nel processo che questo prodotto può offrire è molta e dipende sicuramente dalla materia prima, ma soprattutto dalla mano che la fa e dagli anni che le si dedicano.

Quindi, sempre sull’onda del “less is more”, prendetevi un aceto tradizionale e dosate qualche goccia oppure preferite una saba al posto di una crema di aceto balsamico. 

Matteo De Santi
Export Manager


Colonna sonora: Love me do – The Beatles

Dopo tutto questo isolamento, l’apprensione e la solitudine, il minimo è regalarsi qualche fetta di Roastbeef Meggiolaro annaffiando a dovere.

1. COLLI DI CONEGLIANO ROSSO DOCG
Un piatto freddo il roastbeef, che chiede però un vino caldo, morbido.

Generalmente prodotto come taglio bordolese “arricchito” da Marzemino, questo vino penso possa incontrarsi felicemente con il Roastbeef di Alessandro.

I tannini non saranno troppo duri e la morbidezza del vino levigherà anche la lieve nota metallica della carne

Aspettatevi un lungo finale di frutta rossa, cuoio, spezie dolci.

Zona: Conegliano e dintorni, Veneto
Intensità: media

2. COLLIO MERLOT DOC
Tra i vitigni internazionali più conosciuti troviamo il Merlot, il quale ha trovato di certo un’isola felice in quest’area d’Italia.

Incontrerete un vino corposo, con un tannino leggero, capace di accompagnare con eleganza la carne

Il fin di bocca, caratterizzato da frutti rossi, note balsamiche e di finocchio vi farà alzare gli occhi al cielo esclamando: “sto bene!”.

Zona: Collio, Friuli Venezia Giulia
Intensità: media

3. COTE DU RHONE VILLAGE AOC
Per il nostro piatto siamo sempre alla ricerca di vini con le spalle larghe, e certamente dal sud della Francia possono darci una mano.

Il terreno e la provenienza geografica ci mettono di fronte a vini morbidi e di gran corpo a base Grenache/Syrah.

Da non sottovalutare poi l’aspetto aromatico, in bocca la frutta rossa è accompagnata da esplosioni di pepe nero macinato

Zona: Rodano Sud, Francia
Intensità: persistente

4. BIRRA PORTER
Birre piene, setose, con sentori di caffè e cioccolato.

Questi miracoli brassicoli ad alta fermentazione sconvolgeranno il vostro palato quando abbinati ad un succoso roastbeef

Le leggere note affumicate accompagneranno il boccone, lasciando nel finale un retrogusto amaro appena percettibile.

Solo una raccomandazione, non finite la birra prima di iniziare a mangiare!

Stile: Irlanda
Intensità: persistente

Enrico De Conto
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