La famiglia Pighin negli anni ‘70 era nota nell’ambito di cave, ghiaie e calcestruzzi, poi un hobby di Bepi Pighin diede vita nel 1984 a Friultrota
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Mauro Pighin lo conosciamo da oltre 25 anni, tuttavia ogni volta che gli facciamo visita la conoscenza si rinnova, ci sembra di scoprire nuovi aspetti, nuove evoluzioni e rientriamo in azienda con la consapevolezza di aver moltissimi punti in comune: passione per la gastronomia, attenzione al dettaglio, voglia di crescere e migliorare... e pure l’anno di fondazione. Infatti sia Friultrota sia Valsana sono nate nel 1984, a pochi mesi di distanza.Mauro Pighin
Mauro, la figlia Erica che conosciamo appena arriviamo, e poi ancora l’altro figlio Angelo, ci raccontano la nascita di Friultrota tenendo in mano un mosaico che narra la storia dell’azienda stessa. L’opera è stata regalata alla famiglia Pighin dai dipendenti in occasione del trentesimo anniversario dell’azienda e riassume sapientemente le fasi salienti del percorso aziendale.Famiglia PighinMosaico Friultrota
Ma dopo aver letto il titolo vi starete chiedendo: “che c’azzecca il calcestruzzo con la trota?”. Beh in effetti non hanno molto in comune, tuttavia per la famiglia Pighin il legame è concreto.

Il padre di Mauro, Giuseppe detto Bepi Pighin, che lavorava nell’ambito di ghiaie e cave nei pressi del fiume Tagliamento a San Daniele del Friuli, aveva l’hobby della pesca e un giorno, come si usa esordire nelle favole, buttò quasi per scherzo un migliaio di avanotti di trota in un laghetto. Se ne prese cura e dopo qualche anno si ritrovò pesci di 7/8 kg di cui doveva decidere le sorti.

La qualità del pescato era ottima, tuttavia il prodotto non si poteva vendere fresco, era fuori standard per il mercato. Quindi Bepi disse: “ma perchè non lo trasformiamo in un prodotto pronto? Come possiamo pensare che una sposina che vive in un appartamento possa avere il tempo di prendere il pesce, deliscarlo e cucinarlo?“. Una vera e propria visione, era la fine degli anni Settanta.

Prima di fondare un‘azienda sente l’esigenza di mettere a punto, anche se in modo rudimentale, un metodo che gli permetta di scaricare a terra la brillante idea, e qui arriva un’altra intuizione, ovvero il vagone di un treno. Sì, un vagone vero e proprio, uno di quelli che era servito come ricovero per gli oggetti salvati dalle abitazioni dopo il terremoto del 1976. Bepi lo riveste di acciaio inox e lo fa diventare un laboratorio di ricerca e sviluppo, accanto al laghetto delle trote che si stava trasformando in allevamento.

Chiudete gli occhi, immaginatevi la scena, fantastica!
Ore e ore all’interno del vagone iniziano a dare frutti, il metodo di affumicatura è pronto. Nel 1984 viene fondata l’azienda nella sede di un ex-pantofolificio e nasce ufficialmente la Regina di San Daniele, per far compagnia al re, il prosciutto di San Daniele.

Fin dal principio grande enfasi viene data alla salubrità dell’allevamento: acqua fresca attinta dal Tagliamento e da sue risorgive, bassa densità di pesci per metro cubo d’acqua, rispetto dei tempi di crescita naturali, utilizzo di mangimi che abbiano all’interno olio di pesce e farine di pesce, più simili possibile all’alimentazione naturale.Trota SalmonataRegina di San Daniele
La ricerca e la valorizzazione della naturalità emergono anche sul prodotto finito, abbiamo modo di intuirlo passeggiando in produzione con Mauro: maniacale la cura nella spinatura a mano dei filetti, sapiente il metodo di affumicatura a base di legno di faggio (a freddo per la Regina e il Salmone, a caldo per Fil di Fumo e le Trote dello Chef), assenti i conservanti. Mauro e il responsabile di produzione Daniele ci confessano che una buona affumicatura non deve essere aggressiva, non deve essere protagonista.

Incredibile vedere come camere di affumicatura di 30 anni siano ancora intatte e pulitissime: ti aspetti di vedere nero ovunque e invece una pulizia regolare e certosina ci restituisce alla vista un aspetto lindo e brillante, lo vedete voi stessi in copertina.
Superfluo dire che non esiste aggiunta di fumo liquido e che il processo di produzione è lento e si compie in 4/5 giorni per la Regina di San Daniele.Spinatura TrotaControllo Trota
Uno splendido filetto di trota affumicato a freddo, ricco di Omega-3 e proteine nobili e scarico di grassi. Al palato è elegante e assolutamente non meno degno di un salmone; dolce e morbido all’ingresso in bocca, rivela gradualmente una leggera sapidità e una bilanciatissima affumicatura in totale assenza di sentori sgradevoli di fango o pesce stantio.

Assolutamente apprezzabile in purezza, ma validissima anche in cucina, su una pizza bianca con misticanza, squacquerone e olive taggiasche o servita in semplicità su un crostino imburrato o ancora leggermente scottata per arricchire un orzotto con le verdure di stagione.Produzione ReginaRegina Affumicatura
Ed è proprio quest’ultimo che mangiamo insieme in una osteria di San Daniele, ogni buon incontro si sa che termina con un buon piatto a tavola. Le chiacchiere scorrono veloci, qualche nuova idea, un po’ di sano amarcord, due scambi di opinioni su situazioni di mercato o le prossime fiere insieme ad Andrea, loro Responsabile Commerciale.

E una certezza, ossia quella di essere di fronte a persone serie, che non a caso ci accompagnano in questa fantastica avventura da tantissimi anni. Lunga vita alla nostra collaborazione!

Alessandro De Conto
Responsabile Commerciale